La poetica di Peppe Denaro, artista “neo – informale”

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Peppe Denaro (1974, Mazara del Vallo, TP) è un artista estremamente poliedrico, la cui produzione artistica, il proprio percorso creativo, trova espressione nell’ambito di tre momenti espressivi diversi, la pittura, il frottage digitale e, con modalità al momento più distaccate, nel fumetto. Ma andiamo con ordine ed iniziamo a delineare la figura di Denaro a partire dalla sua formazione culturale, con la laurea nel 2004 all’Accademia di Belle Arti di Palermo, dove ha avuto sia la possibilità di sperimentare nuove modalità di linguaggio artistico, mettendo in pratica quanto aveva già potuto esprimere in precedenza a livello d’ideazione, sia di sviluppare a livello teorico il suo interesse verso i filosofi francesi confluenti negli anni’60 all’interno del movimento della Nouvelle Vague, il quale porterà poi all’iscrizione presso la facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo, dove si laureerà nel 2013 (110 e lode).

Venendo allo specifico delle sue creazioni, nel dicembre del ‘92 crea un fumetto che firma con lo pseudonimo Makuta, ancora non pubblicato, in stile di vignetta e tendente al grottesco, mentre nel Gennaio del ‘93 ha inizio l’era pittorica con il dipinto Autoritratto, al quale seguirà una serie di quadri aniconici. Nel Febbraio del 2000 è l’era dell’arte concettuale, in cui realizza l’installazione Viaggio nell’Eutopia e l’assemblage Sabato sera, cui seguiranno l’anno successivo la performance Burqua-Yankee e l’installazione La fine del viaggio. Nel Gennaio del 2002 ritorna alla pittura con la serie Gli animali e nel Maggio del 2008 riceve un incarico, in qualità di pittore e scultore, dalla Diocesi di Mazara del Vallo d è in questa occasione che Denaro intraprende il “viaggio” nell’Arte digitale, perfezionando man mano la tecnica del Frottage, la quale, semplificando, consiste in una sovrapposizione di foto (scattate dall’artista, prese dal web) che ritraggono frammenti d’opere d’arte o location urbane/industriali.

Attualmente la suddetta tecnica ha avuto modo d’esprimersi concretamente nell’ambito della mostra Frammenti nella Nebbia, dove risalta la volontà dell’artista di dar vita a “mondi compositi”, usando le sue stesse parole, “scenari apocalittici e post- atomici dove coesistono, combinati insieme, brandelli di cultura con relitti urbani”, un “mondo altro” dove rifugiarsi “dall’inquinamento massmediatico” e da quell’ imperante oblio culturale che ormai ha finito per prevalere sulla memoria collettiva. Tematiche che ritorneranno, con toni però più intimi e autobiografici, nella prossima mostra Cyber Vanitas, composta da sette opere che nel titolo richiama una certa subcultura degli anni’80, a detta dell’autore più attuale che mai. Sicuramente un percorso piuttosto personale quello intrapreso da Denaro, fra pittura, illustrazione ed arte digitale, capace di conferire una vivida visualizzazione alla decadenza, culturale in primo luogo, della nostra società.

Video – intervista
di
Giovanni Certomà 

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