La “Festa dell’Europa” a Roccella Jonica (RC)

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Il 9 maggio scorso, Roccella Jonica, cittadina posta in un piccolo lembo dell’Italia meridionale, proclamava la Festa dell’Europa, per ricordare uno dei primi atti costitutivi della nostra Unione Europea. Il merito va all’Associazione per i gemellaggi presieduta da Pietro Commisso, che ha organizzato un numeroso corteo formato dai ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado e da numerose persone provenienti da diversi angoli del nostro continente, radunatisi poi tutti in un convegno per ricordare quanto è importante sentire di avere radici comuni e, soprattutto, far crescere le nuove generazioni nel sentimento di essere europei, sentimento che, purtroppo, non tutti ancora riescono a provare.Dopo gli inni nazionali intonati in maniera partecipata dai presenti, nel corso degli interventi è stata sottolineata l’importanza della data del 9 maggio 1950, perché negli annali della storia è indicata l’atto di nascita dell’attuale comunità europea, consacrata dalla Dichiarazione Schuman, dal nome del ministro degli Esteri francese, considerato uno dei padri fondatori dell’unità europea. Non tutti sono al corrente dei contenuti di questo documento formulato in un periodo storico in cui le nazioni europee cercavano di risollevarsi dalle conseguenze devastanti della Seconda guerra mondiale, conclusasi cinque anni prima.

Decisi ad impedire il ripetersi di un simile terribile conflitto, i governi europei giunsero alla conclusione che la fusione delle produzioni di carbone e acciaio, sotto una comune Alta Autorità, avrebbe fatto sì che una guerra tra Francia e Germania, storicamente rivali, diventasse “non solo impensabile, ma materialmente impossibile”, come ebbe a dire lo stesso Robert Schuman. Nasceva così la CECA, aperta a tutti quei paesi che vi volessero aderire. Si pensava, giustamente, che mettere in comune gli interessi economici avrebbe contribuito ad innalzare i livelli di vita e sarebbe stato il primo passo verso un’Europa più unita indispensabile, soprattutto, al mantenimento della pace. Per conseguire tali obiettivi, partendo dalle condizioni molto differenti in cui al momento si trovavano le produzioni dei paesi aderenti, occorreva mettere in vigore, a titolo transitorio, alcune disposizioni che comportavano l’applicazione di un piano di produzione e di investimento, l’istituzione di meccanismi di perequazione dei prezzi e la creazione di un fondo di riconversione che facilitasse la razionalizzazione della produzione. La circolazione del carbone e dell’acciaio tra i paesi aderenti era immediatamente esentata da qualsiasi dazio doganale e non poteva essere colpita da tariffe di trasporto differenziali.

La Dichiarazione di Schuman venne subito accolta con grande favore e costituì la piattaforma della nuova visione economica, politica e culturale della nuova Europa. Dal 19 marzo 1958 al 1960 Schuman è stato il primo presidente dell’Assemblea parlamentare europea, eletto all’unanimità e, alla fine del suo mandato, l’Assemblea parlamentare europea lo proclamò “Padre dell’Europa”. Nel 1962 si ritirò dalla vita politica e si spense l’anno successivo nella sua casa di Scy-Chazelles.Ma la storia di Schuman non finisce qui. Il 9 giugno 1990, il vescovo di Metz, monsignor Pierre Raffin, autorizzò l’apertura del processo di beatificazione. Schuman fu proclamato “Servo di Dio” nel maggio del 2004, con la conclusione del processo diocesano. I documenti sono stati inviati in Vaticano, dove la Congregazione per le Cause dei Santi sta studiando la pratica. Avremo così il primo santo dell’Europa unita?

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