L’incertezza dell’azione educativa

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Il campo dell’azione educativa, sugli adolescenti in particolare, diventa sempre più complicata, sia che la si svolga in ambito familiare o scolastico. Diventa sempre più difficile riuscire a decifrare dietro quella apparente “scorza” esterna, ciò che cova nell’intimo, nel profondo intimo di giovanissimi di 12,13 o 14 anni.

Oggi gli educatori, a qualunque livello, si devono misurare con soggetti le cui dinamiche psicologiche ed emotive sono contraddistinte da caratteri di “consumismo emotivo”, che li porta a semplificare le relazioni, a volte anche a banalizzarle, quando vengono vissute senza la consapevolezza di ciò che potrebbe nascere da un confrontarsi con l’altro.

Addentrarsi in questa problematica porta con sé una quasi fisiologica tentazione di essere banali o rifarsi a luoghi comuni; è un rischio che, però, bisogna correre, se si vuol provare, dico provare, a capirci qualcosa.

Credo che il punto di partenza debba essere quello della consapevolezza che i ragazzi cambiano ad una velocità supersonica: quelli di oggi sono diversi da quelli di appena tre anni fa, per esempio. Se non si ammette ciò, la partita è persa in partenza.

Alla luce di tale consapevolezza bisogna affinare la propria sensibilità alla disponibilità della relazione che non deve ridurre l’educatore sullo stesso piano dell’educando, ma porlo sempre un “pelino” avanti, in grado di indicargli la via. È possibile, se si riesce a trovare il giusto equilibrio in questo rapporto, riuscire a farsi aprire la porta del cuore, degli affetti, della profondità dell’anima. E anche se questo lo si riesce a fare, però, bisogna essere altresì consapevoli, che non è matematico come per le formule, che il risultato arrivi e sia sempre quello voluto. Eppure anche in queste situazioni, quando ci sembra che tutto quanto abbiamo fatto, sia andato perduto, bisogna rimanere fermi e abbarbicati alla convinzione che, se non subito a distanza di tempo, i frutti di quella azione educativa arriveranno; arriveranno in momenti meno impensati o in situazioni emotive forti che spingeranno il ragazzo a venire a galla, a non nascondersi più; a svelarsi in tutta la sua bontà emotiva e relazionarsi.

Sempre e nonostante le apparenti sconfitte, bisogna continuare ad aver fiducia in Loro e ad infondergli fiducia.

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