Occhi aperti chiusi…

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Chiudete gli occhi ed immaginate.

Chiudete gli occhi ed immaginate di dover scappare dalla morte. Teneteli chiusi per amor di Dio ed immaginate di dover partire all’improvviso per mettere in salvo la vostra famiglia, vostra moglie, la vostra ragazza, il vostro bimbo. Immaginate di essere un’impiegata, una dentista, un’avvocato, un ingegnere. Immaginate di essere dei disoccupati, dei nullatenenti. Immaginate di essere qualsiasi cosa riteniate opportuno. Immaginate di dover scappare tra macerie, morti, disperazione. La prima cosa che pensereste di fare è di spostarvi nella vostra nazione alla ricerca di un posto sicuro. Forse se il pericolo vi seguisse pensereste di andare in qualche paese confinante. Questo è quello che ho visto in Libano. Gente strappata alla vita che conduceva prima, costretta a vivere, a sopravvivere, in condizioni disastrose. Una casa che è fatta di stratificazioni di materiale nuovo e usato. Tende fatte di stoffe, cartoni e lamiere. Qualche palo in legno che tiene su un po’ tutto. Per dormire un letto che è una piazzola di cemento sulla quale trovano posto cuscini e piccoli materassi. Intorno case, tende simili alla tua. Una città di tende che definirle tende è un eufemismo. Una nazione solo il Libano che di persone che vivono in queste situazioni ne ospita centinaia di migliaia. Secondo alcune fonti non ufficiali quasi due milioni di persone. Ed in queste città, bambini tanti bambini. Città di bambini che girovagano per le tende, correndo su una terra secca e dura come il cemento, che a guardarla d’estate fanno male gli occhi. Da 0 a 10 anni sono lì, tutti a giocare arrangiandosi. Quando hai più di dieci anni vai a lavorare che stare in queste condizioni non è bello per nessuno.

Cammino con Orazio, stiamo cercando di capire come potere aiutare queste persone, impresa mica da poco. Un bimbo ha costruito una trottola unendo due tappi di Coca Cola tenendoli insieme con un chiodo e un po’ di nastro isolante, la lancia usando un pezzo di tubo e un pezzetto di spago. Fa le gare con l’amico suo che ha un accrocchio simile. Più in là qualcuno segue una ragazzina che ha appena comprato un aquilone che se papà ti compra l’aquilone è festa. Ed è festa per te che ci giochi e per tutti quelli che ti vengono indietro. E’ festa per dei ragazzi che giocano a campanaro facendo le linee con una bottiglia d’acqua sulla terra secca che è tanto dura che se fai le linee con un legnetto le vedi solo se sei superman. Cammino e dietro una tenda due ragazzi giocano a biglie, uno fa sponda col piede l’altro le lancia sapientemente e chissà che regole usano loro, di sicuro diverse da quelle che usava mio padre quando era piccolo. Qualcuno gioca a spruzzarsi acqua che mette nelle bottigliette d’acqua da mezzo litro che trovano per terra. Fanno dei buchi nel tappo e si bagnano.

Ho visto tante cose lì, ho conosciuto tante persone, ho sentito, visto e vissuto così tante cose da non averci capito ancora una mazza.

Orazio dice di essere suspended, forse ha ragione lui.

Siamo tornati alla nostra vita così, sospesi, interrotti.

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