“Io non vedo ma tu vedi?”

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Ascolta integralmente tutti i lavori del convegno

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Domenica 26 maggio, presso l’ex Convento dei Minimi di Roccella Jonica (R.C.), si è svolto un importante convegno sulla disabilità visiva dal titolo ”IO NON VEDO MA TU MI VEDI?” organizzato dall’Istituto Comprensivo Statale “P. Coluccio – O. Filocamo”, con il Patrocinio del Comune di Roccella Jonica, in collaborazione con l’Unione Italiana dei Cechi e degli Ipovedenti sezione di Reggio Calabria. Il titolo ha dato un taglio profondo in termini di significati e ha riassunto l’importanza di tale tematica; sottolineando che, dietro alla menomazione visiva, esiste una persona che ha gli stessi diritti e doveri di ciascun essere umano e che richiede maggiore impegno da parte di tutta la collettività. Al convegno hanno preso parte prof.ssa Maria Giuliana Fianchè, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo; il dott. Francesco Maria Toscano, la dott.ssa Caterina Coluccio, la dott.ssa Lavinia Garufi, la dott.ssa Laura Pizzinga, la dott.ssa Floriana Masdea. Questi hanno relazionato nella prima sessione dei lavori. Ruolo fondamentale ha avuto il moderatore, la dott.ssa Giusi Foti. Nella seconda sessione hanno relazionato la prof.ssa Elisa Scali, la prof.ssa Francesca Bolognino; Gerri Longo e in fase conclusiva è stato dato spazio alla testimonianza di Anna Fantò. La seconda sessione è stata moderata dal dott. Gianfranco Suraci. Nella mattinata i relatori hanno analizzato la realtà della disabilità visiva sotto diversi profili, ponendo l’accento sia sugli aspetti positivi, che negativi della disabilità visiva, partendo proprio dall’importanza di una diagnosi oftalmologica. Questo aspetto è stato largamente esposto dal dott. Francesco Maria Toscano, che ha descritto le diverse minorazioni visive, indicandone le cause, i sintomi e la possibilità diagnostica. Successivamente ha preso la parola la dott.ssa Coluccio, proseguendo nell’analisi delle linee generali per il trattamento delle minorazioni visive, sottolineando l’importanza del lavoro multidisciplinare di tutte le agenzie di socializzazione, affinchè il bambino sia in possesso di strategie adattive nell’ambiente in cui vive. La dott.ssa Lavinia Garufi si è soffermata, invece, sull’importanza del percorso educativo nella scuola dell’alunno non vedente. La scuola ha, infatti, un ruolo importante per la crescita e lo sviluppo del bambino, insieme alla famiglia, rappresenta il secondo agente di socializzazione dove il bambino sperimenta il mondo circostante; quindi risulta necessario attivare delle strategie e fornire degli strumenti che possano aiutare il bambino ad esprimersi con gli altri organi; ciò significa strutturare un programma individualizzato che rispecchi i bisogni reali del bambino. Un tema molto importante che viaggia di pari passo con la scuola è quello della famiglia, che è stato illustrato dalla dott.ssa Laura Pizzinga, che rimarcato l’importanza delle relazioni affettive, focalizzando l’attenzione sulla famiglia e sull’importanza dell’accettazione del bambino non vedente da parte dei genitori; cosa non facile, perché non esiste un corso di formazione per ricoprire il ruolo genitoriale. La dott.ssa Floria Mesdea ha continuato ad esprimersi sul concetto di accettazione come momento necessario per dare inizio ad un viaggio verso il buio. Qui si è compreso come la persona non vedente si costruisce un mondo alternativo, ma altrettanto importante per la sua indipendenza. Nella Seconda parte dei lavori si è dato spazio alle esperienze vissute. La prof.ssa Francesca Bolognino ha riportato la sua esperienza, essendo persona con disabilità visiva grave. Successivamente la prof.ssa Elisa Scali ha parlato della sua esperienza nella scuola superiore. In Fase conclusiva, ma molto forte, è stata la testimonianza della mamma di una ragazza non vedente, che ha specificato quali sono le difficoltà incontrate in questi anni, le vittorie, le sconfitte ma, lasciatemelo dire, ha lanciato un messaggio chiaro e di di speranza: non mollare mai! Una mamma Coraggio a cui va tutta la mia stima perché come si trova scritto nel piccolo Principe: “[…]ecco il mio segreto. E’ molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale e’ invisibile agli occhi. L’essenziale e’ invisibile agli occhi, ripeté il piccolo principe, per ricordarselo[…]”.

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