“All’ombra del Maniero”

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Castello Carafa, Roccella Jonica (RC)

S’allarga nella notte il bordo della balaustra

 

quando le luci del giorno vengon meno

 

e le tenebre prendono a portar via la luce.

 

 E così le vecchie mura piangono le antiche glorie,

 

cercando disperatamente i lunghi sentieri.

 

Quelle vetuste vie che parlano la lingua della storia

 

e odono la bestemmia o lo sputo effimero del presente.

 

 Si, furon proprio quelle le mura

 

che ebbero ragione di pirati e briganti!

 

Ed ora, su ogni pietra rifulge l’orgoglio di chi fu

 

e l’indifferenza di chi è.

 

 Sovente l’oblio della dimenticanza

 

agguanta l’ombra che si staglia su di esso.

 

Non è che il dolente lignaggio d’una prodiga madre

 

che nel tempo divenne truce

 

ed ora dispensa critiche severe, in giorni assai bui.

 

 Essa vive rammentando la luce che fu

 

e rassegnata, coccola il malcontento delle genti puerili.

 

Quelle stesse genti che del populista senno

 

ne fanno un verbo imprescindibile.

 

Essi che vivono anelando il desiderio gemente

 

d’una morte senza fango sul proprio nome.

 

 Degenerati e venerandi, siete chiamati ad udire.

 

Voi che di riarse verità, vivete come Mida che fu re!

 

Voi che vi beate d’una arcigna generazione,

 

pensando forse, che senno e saggezza, nascano come frutti sugli alberi.

 

Voi non sapete che un frutto, seppur dolce, è destinato a marcire,

 

come natura volle e come sempre sarà.

 

 Nel mentre non avete compreso la vera natura delle cose.

 

Voi che avete sulle spalle gli anni del fronte e delle trincee,

 

svegliatevi!

 

Levate lo sguardo là dove si staglia la rocca,

 

poiché essa non è semplice ed effimero costrutto di chi consuma e s’ingrassa

 

è bensì simbolo di sangue e gloria, fedeltà e ardimento.

 

 Guardatela bene. Essa è ferita e sanguina dirimpetto sul suo mare.

 

Quello specchio d’acqua, che Metamorfico e ruggente,

 

ancor’oggi urla ricordando i fasti d’un tempo

 

e che sia d’inverno che d’estate

 

regala diamanti e gemme di luce sul suo manto danzante.

 

 Tuttavia quel gemito pare non sortire effetto all’orecchio dello stolto.

 

In una piazza gremita di futili ciance e giullari incompetenti,

 

Costoro si trascinano sorridenti giorno dopo giorno.

 

In vero non vivono.

 

Costoro si lasciano andare ad una bieca esistenza nel tempo.

 

 Ancor’oggi vi è una speranza

 

Una stella mediterranea decisa a non spegnere la propria scintilla

 

Bensì si rinnova

 

Là dove la pennellata del profondo sud

 

non abbaglia ma conquista.

 

 Una bellezza che risplende di luce propria.

 

Una bellezza rilucente ed abbagliante

 

per chiunque abbia a piacere d’adagiarsi li … all’ombra del Maniero.

 

 

  http://abissodeipensieri.wordpress.com/

 

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