S’allarga nella notte il bordo della balaustra
quando le luci del giorno vengon meno
e le tenebre prendono a portar via la luce.
E così le vecchie mura piangono le antiche glorie,
cercando disperatamente i lunghi sentieri.
Quelle vetuste vie che parlano la lingua della storia
e odono la bestemmia o lo sputo effimero del presente.
Si, furon proprio quelle le mura
che ebbero ragione di pirati e briganti!
Ed ora, su ogni pietra rifulge l’orgoglio di chi fu
e l’indifferenza di chi è.
Sovente l’oblio della dimenticanza
agguanta l’ombra che si staglia su di esso.
Non è che il dolente lignaggio d’una prodiga madre
che nel tempo divenne truce
ed ora dispensa critiche severe, in giorni assai bui.
Essa vive rammentando la luce che fu
e rassegnata, coccola il malcontento delle genti puerili.
Quelle stesse genti che del populista senno
ne fanno un verbo imprescindibile.
Essi che vivono anelando il desiderio gemente
d’una morte senza fango sul proprio nome.
Degenerati e venerandi, siete chiamati ad udire.
Voi che di riarse verità, vivete come Mida che fu re!
Voi che vi beate d’una arcigna generazione,
pensando forse, che senno e saggezza, nascano come frutti sugli alberi.
Voi non sapete che un frutto, seppur dolce, è destinato a marcire,
come natura volle e come sempre sarà.
Nel mentre non avete compreso la vera natura delle cose.
Voi che avete sulle spalle gli anni del fronte e delle trincee,
svegliatevi!
Levate lo sguardo là dove si staglia la rocca,
poiché essa non è semplice ed effimero costrutto di chi consuma e s’ingrassa
è bensì simbolo di sangue e gloria, fedeltà e ardimento.
Guardatela bene. Essa è ferita e sanguina dirimpetto sul suo mare.
Quello specchio d’acqua, che Metamorfico e ruggente,
ancor’oggi urla ricordando i fasti d’un tempo
e che sia d’inverno che d’estate
regala diamanti e gemme di luce sul suo manto danzante.
Tuttavia quel gemito pare non sortire effetto all’orecchio dello stolto.
In una piazza gremita di futili ciance e giullari incompetenti,
Costoro si trascinano sorridenti giorno dopo giorno.
In vero non vivono.
Costoro si lasciano andare ad una bieca esistenza nel tempo.
Ancor’oggi vi è una speranza
Una stella mediterranea decisa a non spegnere la propria scintilla
Bensì si rinnova
Là dove la pennellata del profondo sud
non abbaglia ma conquista.
Una bellezza che risplende di luce propria.
Una bellezza rilucente ed abbagliante
per chiunque abbia a piacere d’adagiarsi li … all’ombra del Maniero.
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